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residui della lavorazione del marmo

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16 febbraio 2009
I residui della lavorazione del marmo e delle pietre ornamentali non sono più un rifiuto.

Caro Collega,

mi è lieto comunicarTi che i residui della lavorazione del marmo e di tutte le pietre ornamentali, fino a ieri considerati rifiuti, potranno essere riutilizzati per il riempimento e il ripristino ambientale.

Sono alcune delle novità introdotte dal Senato durante l'esame del decreto legge 2008/08 riguardante "misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente": il provvedimento è stato approvato in data 12 febbraio dell'Aula di Palazzo Madama e ora passa all'esame della Camera.

Tale importante risultato per la nostra industria nasce a seguito dell'iniziativa promossa a livello nazionale da Confindustria Marmo attraverso la collaborazione degli operatori del marmo di varie regioni ed in particolare a seguito dell'iniziativa intrapresa dall'imprenditore Diego Favuzza di Trapani, che ha promosso il 26 giugno scorso al Senato un incontro con il senatore Antonio D'Alì (PdL) Presidente della Commissione Ambiente, sostenuto poi dalla senatrice Cinzia Bonfrisco (PdL).

Nella predetta audizione del 26 giugno la presidenza di Confindustria Marmo ha spiegato ragioni e motivazioni del perché gli scarti di lavorazione non sono rifiuti ma, con le rocce e le terre da scavo, sono un bene prezioso per il riempimento e il ripristino ambientale. Le nostre motivazioni sono state accolte e quindi abbiamo ottenuto un buon risultato, conseguito grazie all'impegno di Confindustria Marmo, così da avere un problema in meno per tutti gli operatori del marmo in Italia.

Con l'occasione richiamo l'attenzione delle Associazioni territoriali, con concentrazione di Aziende lapidee nella loro provincia, che è disponibile uno studio predisposto da Confindustria Marmo sulla criticità derivante dalla lacuna normativa in tema di rapporti tra bacini marmiferi confinanti all'interno del Comune di Carrara, che potrebbe essere utile esempio di riferimento anche per gli altri territori interessati al problema.

Tale problema riguarda l'assetto dello sfruttamento dei siti di escavazione che per evidenti motivi è necessariamente legato a quello che si potrebbe definire "lo stato dei luoghi": le caratteristiche di ciascun agro si riflettono sulle concrete modalità di esercizio della lavorazione non solo dei bacini marmiferi stessi, ma anche di quelli che risultano posti a confine o in zona sovrastante o sottostante l'area di escavazione.

Le problematiche sopra indicate costituiscono solo un esempio degli sforzi intrapresi e sostenuti da Confindustria Marmo, la quale non mancherà di tenerTi al corrente sull'esito delle altre iniziative che abbiamo intrapreso a favore della salvaguardia degli interessi di tutti gli operatori del nostro comparto industriale.

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